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Erman Izzi (1977), nato a Foggia, vive e lavora a Pesaro. Si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove ha conseguito il diploma di Pittura con una tesi dal titolo La dimensione onirica nel cinema. Durante gli anni di studio, al linguaggio pittorico si è affiancato l’interesse per la fotografia, indirizzandone la sua conseguente ricerca, che si è caratterizzata per un’indagine originale sull’individuo e sulla sua definizione identitaria. Nel suo percorso formativo si segnalano: l’incontro con Tonino Guerra, in occasione dello stage di 100 ore Sceneggiatura e scrittura di un film (Pennabilli, 2006), che lo ha introdotto all’arte della parola intesa come narrazione, e la frequenza del Seminario di ideazione e realizzazione di un film (Bologna, 2005-2006). Queste esperienze hanno consolidato la sua espressione iconografica, manifestatasi attraverso la fotografia nelle forme più sperimentali e mature dei progetti In luogo di Mary (2007), I’m not that (2011), Limes (2020), Ara Hominis (2022).

L’opera di Erman Izzi scaturisce dalla proficua fusione di questi diversi linguaggi: il cinema, la pittura della tradizione classica italiana, la fotografia contemporanea. Così, se nel forzare il colore e nel piegare l’anima e il volto dei personaggi, si può cogliere la suggestione di Lars von Trier, un’ascendenza classica si può vedere nell’uso delle lumeggiature e dei chiaroscuri, nei corpi che si muovono tra luce e ombra, nel linguaggio non verbale delle mani e nei gesti. L’indagine sulla persona giunge con I’m not that ad esprime la molteplicità dell’individuo attraverso una triangolazione di rimandi che si istaurano tra il soggetto, l’oggetto concreto e lo sguardo che sta dietro l’obiettivo. Con Limes la poetica di Erman Izzi si fa più lirica e simbolica: ogni immagine mira all’essenza profonda, ogni ritratto comunica emozioni e allo stesso tempo segna il limite inviolabile e inconoscibile della vita di ciascuno. L’uomo, spoglio di orpelli e nella sua nudità, con Ara Hominis, diventa il centro di una nuova iconografia laica: nulla c’è di più sacro dell’essere umano che trasforma le debolezze e le cicatrici della sua carne in un messaggio di accoglienza e di condivisione.

La fotografia di Erman Izzi è stata esposta in diverse mostre personali, tra le quali ricordiamo le ultime: Limes e Ara hominis, presso Spazio Bianco (galleria dedicata alla fotografia contemporanea del Centro Arti Visive Pescheria Pesaro), a cura di Roberta Ridolfi;  I’m not that, presso l’ Istituto Italiano di Cultura, Copenhagen (DK), a cura di Fabio Ruggirello. Ha conseguito inoltre il primo premio Pittura/Fotografia nel concorso Dalla Terra, bandito da MIA (Meet in Art) per la FAO e confluito in una mostra collettiva presso Villa Piccolomini, Roma. Per la casa editrice Carocci (Roma) Erman Izzi ha realizzato l’immagine di copertina del libro Il Plauto di Ruzante “tra la penna e la scena” (2020).

Ha collaborato come docente presso Macula – Cultura Fotografica per due Workshop: Ritratto d’Autore (2023) e Progetto d’Autore (2024).